Approccio sistemico Primo livello – Base
Le organizzazioni sono composte da tre elementi: processi, strumenti e persone. Questi elementi sono connessi. Definire con chiarezza processi, attività e responsabilità delle funzioni aziendali da solo è insufficiente. E’ necessario avere persone che siano in grado di applicare in modo corretto i processi e utilizzare gli strumenti (es. i gestionali) a supporto. Viceversa persone molto competenti, flessibili e disponibili non possono essere la soluzione a procedure lente e costose e a strumenti obsoleti. In ultimo strumenti gestionali perfetti devono poter essere compresi e utilizzati dalle persone e supportare bene le procedure. Ogni intervento in azienda deve tenere in armonia questo sistema a tre elementi.
Approccio sistemico Secondo livello – I fili rossi
Quando in azienda si decide di affrontare un progetto di miglioramento, è necessario avere consapevolezza delle conseguenze sull’organizzazione. Un cambiamento tecnologico ad esempio, è legato agli investimenti, può avere un impatto sulle competenze dei collaboratori, sui processi e si deve inserire bene nella cultura aziendale. E’ importante considerare i “fili rossi” che collegano i vari aspetti della gestione aziendale. La visione di questi “fili rossi” per fortuna non dipende dalle qualità di pochi eletti (non siamo ancora in una realtà come Matrix e non abbiamo bisogno del Neo di turno) ma risiede nell’applicazione di tecniche e strumenti: dal Project Management all’analisi di processo, dall’analisi dei fabbisogni ai questionari organizzativi, dalla definizione dei budget agli indicatori di performance, dalla gestione dei Team alla formazione e crescita dei collaboratori e cosi via. Questo lavoro deve essere fatto con passione e costanza e con con la pazienza di dovere talvolta riprendere scelte passate e aggiornarle per renderle più coerenti con la realtà in evoluzione.
Approccio sistemico Terzo livello – La presenza
Lo sviluppo delle tecnologie e dell’IA ha portato nuovi modi di affiancare i clienti introducendo spesso la gestione smart. Su questo aspetto sono aperto e curioso, ma confesso che preferisco l’approccio in presenza. Non è una questione di abitudini e di resistenza al cambiamento. Si tratta di dare disponibilità ed essere vicini al cliente anche fisicamente, gestire i progetti vivendoli dal vivo, adattando l’approccio in modo situazionale e in linea con gli eventi vissuti direttamente. Si tratta di vivere l’azienda insieme al cliente ed essere un elemento del sistema e non solo un consulente o coach esterno.